Nell’architettura del Palazzo Ducale di Urbino nulla è lasciato al caso. Il valore estetico di ogni stanza si allea al suo valore simbolico, soprattutto negli spazi legati allo studiolo di Federico. Dal piano superiore, quello dello studiolo, si scende al piano terra. Sicuramente simbolica la corrispondenza con due tempietti dalla pianta identica qui collocati (1480): la cappellina del Perdono, attribuita a Bramante; il tempietto delle Muse, dipinte da Giovanni Santi.

Il preciso progetto simbolico è chiaro: le Muse non sono un elemento decorativo in una stanza, bensì occupano uno spazio riservato solo a  loro; esse sono le ispiratrici dell’attività artistica e intellettuale, insieme alla religione cristiana rappresentata dal tempietto del Perdono.

Il tempietto del Perdono è rivestito di marmi policromi. Il tempietto  delle Muse possiede un rivestimento ligneo in cui erano inserite undici tavole con le nove Muse, Apollo e Minerva, oggi a Firenze nella galleria Corsini.

Scendendo dalla scala che dallo studiolo porta ai tempietti, si varca una porta che reca questa insegna:
CHI SI ACCOSTA A QUESTE SACRE SOGLIE CON CUORE PURO,
SI ACCOSTA AI FULGIDI REGNI DEL CIELO ETERNO.

Nel secondo ingresso si legge:
TU VEDI DUE TEMPIETTI SEPARATI DA UNA PICCOLA PARETE,
L’UNO E’ SACRO ALLE MUSE L’ALTRO A DIO.

Dentro al tempietto delle Muse c’è questa scritta:

CHIUNQUE TU SIA AVVICINATI LIETO ALLE MUSE
E SERENO ACCOSTATI ISPIRATO DAL SUONO DELLA CETRA
NON C’E’ NIENTE QUI DENTRO SE NON BELLEZZA.

Il nuovo concetto rinascimentale di sapere viene dalla sintesi tra vita spirituale e attività intellettuale-artistica.